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I laterizi romani erano ottenuti da argilla, che veniva decantata e depurata in acqua e sgrassata con l'aggiunta di sabbia, il procedimento era molto simile a quello della ceramica. Dopo che l'argilla era pronta, veniva lavorata attraverso stamoi in legno a cui davano la forma desiderata, i laterizi creati venivano fatti seccare per qualche giorno, dopodichè cotti in fornaci a circa 1000 gradi.
b>Bessali: erano di forma quadrata, di circa 20 cm, venivano utilizzati suddividendoli in due
triangoli lungo la diagonale per le facciate, mentre quelli interi venivano usati come fodera per
le volte in cementizio, permettendo l'aderenza del rivestimento ad intonaco con eventuale
decorazione a stucco o dipinta.
Sesquipedali erano o quadrati di circa 44 cm o rettangolari;
Bipedali: erano quadrati che potevano essere suddivisi in 8 o 16 triangoli, erano
specialmente usati interni per livellare lo spessore interno del muro, o come ghiere per archi.
Già esistevano tegole (piatte con bordi laterali sporgenti) larghe circa 44 cm e lunghe 57 cm circa
e coppi curvi, destinati in origine a coprire le giunzioni tra le tegole.
Oltre che i materiali accennati, erano in uso i seguenti:
tegulae mammatae;
laterizi a settore circolare o, più raramente, a cerchio completo;
laterizi circolari e quadrati;
tubi in terracotta;
tubi in terracotta;
piccoli mattoni rettangolari;
mattoni appositamente sagomati.